19 settembre 2016

Ingegno e Diversità: sopravvivere nel nuovo Ecosistema

Ingegno e Diversità: sopravvivere nel nuovo Ecosistema

L’era digitale può farci sentire in difficoltà con il vortice di cambiamenti ad alta velocità e la crescente complessità del contesto. Il futuro si prospetta sempre più imponderabile: la disruption tecnologica e la generale instabilità, sono alimentate dalla interconnettività globale e dalla capacità dei robot di performare ma anche di apprendere.Toby Peyton-Jones, Membro della UK Commission for Employment and Skills, e HR Director per Siemens UK & Assigned Countries, ci ha presentato il risultato dell’analisi dei trend futuri sul mercato del lavoro.Sono stati inquadrati i macro trend, per fornire alcuni spunti generali e cogliere la tipologia di sfide che il mercato del lavoro ci metterà davanti: una forza lavoro multi generazionale e in progressivo invecchiamento, una tecnologia sempre più pervasiva e intelligente che scalzerà le mansioni impiegatizie tradizionali, ridisegnando una società spaccata nettamente tra vincenti e perdenti. Contestualmente, il lavoro “virtuale” e non più legato agli spazi fisici, con il suo “ovunque, in qualsiasi momento e con qualsiasi mezzo” porterà ad una relazione molto diversa tra datore di lavoro e impiegati.Comprendere simili dinamiche è cruciale per individuare e affrontare al meglio opportunità e ostacoli a cui andremo incontro.Peyton-Jones ci mette a disposizione le strategie di Siemens per sfruttare le opportunità emergenti dai macro trend e investire nelle competenze più ricercate nelle aree dell’innovazione.Essere consapevoli dei trend generali ci aiuterà, però, fino a un certo punto: il punto è, come prepararsi ad un mondo sempre più aleatorio e instabile, al passaggio dal fisico al virtuale, dai robot esecutori ai robot in grado di ragionare esponenzialmente e più velocemente di un essere umano? In un contesto simile, essere allenati alla complessità e alle ambiguità e soprattutto la capacità di adattamento, diventano valori decisivi.Allora, cosa possiamo fare?Toby Peyton-Jones, nella sua duplice posizione di business leader e zoologo, ha esposto la teoria della “diversità come elemento di sopravvivenza”.Un patrimonio genetico omogeneo è una bomba ad orologeria che conduce all’estinzione, laddove siamo in presenza di un cambiamento di ambiente: lo si è ampiamente constatato in diversi esempi di insuccessi aziendali. Possiamo, inoltre, essere intellettualmente convinti dell’importanza della diversità per la sopravvivenza in un mondo in evoluzione, ma siamo programmati per essere automaticamente diffidenti nei confronti di chi pensa, agisce o ha un aspetto diverso dal nostro.E’ questo lo sfondo che fa da cornice alle competenze che dobbiamo sviluppare nei leader e lavoratori del futuro.Se è vero che le competenze tecniche saranno preponderanti, è anche vero che la robotica e l’intelligenza artificiale prenderanno il posto delle figure di esperti ad ampio spettro, nella finanza come nella medicina. In un panorama simile sarà il know-how interdisciplinare a restare il più richiesto, quello che Peyton-Jones chiama Meta Skills.Una combinazione, ad esempio, di competenze commerciali, tecniche, progettuali e informatiche, una conoscenza profonda di mercato generata da una rete di meta competenze che sarebbe difficile da replicare a livello meccanico.In Siemens questo tipo di ingegno è molto valorizzato e stimato: mentre le competenze tecniche sono soggette a “scadenza” molto in fretta, questo tipo di meta-abilità resisterà nel tempo.Non c’è, in effetti, un programma di training per qualcosa come l’ingegno o le meta competenze ma le si possono individuare e riconoscere e resteranno le più richieste.Allo stesso tempo, il vecchio stereotipo del “leader visionario” la cui forza stava in una propensione all’azione ferma e incrollabile, può trasformarsi in una pesante zavorra, in un futuro sempre più fluido e complesso. I nuovi leader e organizzazioni somiglieranno più ad orchestre, dove a premiare saranno abilità di facilitazione ed assistenza, di co-creazione e capacità di ascolto.Al giorno d’oggi abbiamo ancora contratti d’impiego con orario e sede fissi, quando sappiamo bene che le persone lavorano dovunque e in qualsiasi momento. Abbiamo organigrammi, descrizioni dettagliate di ruoli e dei target che ci restituiscono sempre meno quello che le persone stanno realmente facendo giorno per giorno. Abbiamo bilanci cartacei che non sono di alcun aiuto nel guidare aziende con asset sempre più virtuali.Il nuovo mondo è già tra noi, ma il pensiero che ci portiamo dietro da un dna superato ci trattiene dall’abbracciarlo veramente. Per confrontarci sul serio con quanto ci aspetta, abbiamo bisogno di leader che valorizzino la diversità e che sappiano entrare in connessione profonda e co-creare il futuro.Questi stessi valori vanno assimilati e trasmessi dal sistema scolastico, che dovrebbe coniugare apprendimento e guadagno, lo sviluppo di meta-competenze interdisciplinari per supportare l’impiego in un mondo dove intelligenza artificiale si porterà via quanto attiene all’expertise.